Investire in Cina e in Asia orientale: l’intervista a Lorenzo Riccardi

Approcciare un mercato complesso come quello cinese non è semplice. Anche dal punto di vista fiscale. Per avere una visione d’insieme e dei consigli utili per le aziende italiane che vogliano investire in Cina ne abbiamo parlato con Lorenzo Riccardi, Dottore commercialista specializzato in fiscalità internazionale. Lorenzo Riccardi vive e lavora a Shanghai, dove insegna alla Jiao Tong University. Il suo interesse e l’impegno accademico sono stati premiati con una borsa di studio per un progetto di ricerca sulle economie del Far East presso Shanghai University. Oltre agli incarichi accademici, Riccardi ha ricoperto diversi ruoli istituzionali ed è stato sindaco e membro del consiglio di amministrazione di numerose organizzazioni no-profit e multinazionali come Armani, Trussardi, Max Mara e Parmalat. È inoltre socio e fondatore dello Studio di consulenza RsA, specializzato in Asia e paesi emergenti.

 

Lavorare in Cina: il punto di vista di Lorenzo Riccardi

Parlando con Lorenzo Riccardi colpisce subito la passione con cui racconta il suo lavoro. “Ho sempre avuto grande interesse per l’Oriente. Dopo molti viaggi nella regione, dal 2004 ho deciso di occuparmi di Cina e Far East, seguendo i principali investimenti in quest’area. L’interesse verso l’Asia nasce dal fascino colto in tanti viaggi in questa regione, dalla Giordania a Timor Est, dallo Sri Lanka alle due Coree ho viaggiato nelle principali città e territori del continente”. Un interesse che lo ha portato a ricoprire diversi ruoli importanti: “Ho collaborato negli anni con Shanghai Jiao Tong e Shanghai University, dove sono ricercatore presso la Scuola di Economia con un progetto di ricerca sulle interazioni tra Cina e ASEAN. Sono membro dell’ordine dei Dottori commercialisti e dei Revisori in Italia, di HKCPA Institute e di America CPA e sono stato nominato Senior Fellow dall’Australia CPA Association, il più grande ordine professionale con focus sull’Asia.” Oggi Lorenzo Riccardi risiede a Shanghai, dove gestisce gli uffici e i professionisti di RsA Asia, boutique di consulenza tax e advisory per gli investimenti nel Far East.

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I settori su cui puntare secondo Lorenzo Riccardi

Una domanda che si pongono tanti imprenditori che vogliono investire in un mercato dinamico come la Cina è su quali settori puntare oggi. “Il numero crescente di progetti di carattere internazionale offre stimoli e opportunità continue. I nuovi settori sono quelli promossi da Pechino: ambiente, aerospaziale e ogni ambito in cui si applichino scienza e tecnologia di alto contenuto”. Ma non solo: “Vi sono inoltre settori a forte crescita, spinti da nuovi trend di consumo. Tra questi il turismo, in ogni suo segmento, il settore agro-alimentare e il settore delle tecnologie informatiche. La nautica e il settore della formazione sono inoltre ambiti nuovi in cui investire. Nei segmenti tradizionali, la Cina rimane primo mercato per lusso e alta gamma, automotive e molti altri ambiti. L’e-commerce in generale è il futuro trend trainato da Pechino, con un mercato che da domestico diventa globale e aziende che superano ogni record di crescita”.

 

Lorenzo Riccardi

 

I settori con agevolazioni fiscali in Cina

In Cina esistono settori in cui è incoraggiato investire e che quindi possono risultare più attraenti per le imprese italiane. Abbiamo chiesto a Lorenzo Riccardi se esistono settori che godono di particolare agevolazioni fiscali. E che quindi possono essere più interessanti. “Esistono settori specifici e aree geografiche che garantiscono vantaggi per gli investimenti esteri. L’ambiente è il settore che garantisce maggiori incentivi con agevolazioni fiscali fino alla completa esenzione da tributi. Gli investimenti ad alto contenuto tecnologico o che introducono nuove tecnologie possono beneficiare di una licenza high-tech con imposte sui redditi del 15%. Questo carico fiscale è inferiore a qualunque aliquota d’imposta standard applicata nella regione asiatica”. La Go West policy ha promosso ulteriormente. “Con aliquote del 15%, gli investimenti nelle province centrali e occidentali del Paese sono molto incentivati. La VAT oggi è lo strumento con cui Pechino ha incentivato export, import e specifici settori, tra cui i servizi, con variazioni d’aliquota e incentivi frequenti”.

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Investire in Cina: gli aspetti da considerare secondo Lorenzo Riccardi

Quando si decide di investire in Cina, esistono alcuni aspetti che devono essere tenuti in considerazione. “Lavorare nel contesto asiatico garantisce soddisfazioni per un numero di operazioni e progetti che in Italia e in Europa sembrano rallentare. Tuttavia questo significa gestire criticità e temi complessi in un contesto molto diverso da quello europeo, quali ad esempio la lentezza burocratica e le difficoltà di gestione delle differenze culturali e linguistiche”.

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Non bisogna inoltre dimenticare la valuta cinese: “Uno dei principali aspetti da considerare è il sistema finanziario; il CNY è una delle più forti valute a livello globale, ma non ha ancora corso internazionale. La valuta cinese è di fatto valuta di riferimento per le principali transazioni internazionali ma viene convertita con sistemi virtuali e la Cina rimane un paese a controllo valutario. Ogni flusso viene monitorato in modo molto diverso da quanto accade nelle economie occidentali”.

 

Lorenzo Riccardi

 

Investire in Cina: i passi falsi da evitare

Una volta deciso di investire in Cina e chiare quali sono le opportunità, ci sono alcune azioni da portare avanti e altre da evitare. Come ha raccontato Riccardi. “Occorre essere consapevoli di tempistiche e step amministrativi molto allungati. Non vanno quindi considerati criteri internazionali, ma occorre esperienza sul mercato domestico per gestire ogni nuovo progetto. La gestione del personale è la task più complessa per ogni organizzazione. In Cina assume criticità ulteriori, date dal turnover e dall’offerta elevata di posizioni appetibili per lavoratori qualificati. Non bisogna avere fretta nelle fasi di start up, occorre studiare il progetto con un team di esperienza locale e non solo con background transnazionale”.

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Investire in Cina: gli errori più frequenti secondo Lorenzo Riccardi

Ma quindi quali sono gli errori più frequenti? “Tra i più ricorrenti che ho potuto constatare la gestione finanziaria, il sotto-capitalizzare le società neo costituite, i calcoli non congrui del costo del personale e la mancanza di esperienza. Ma anche di conoscenza delle capacità e dell’aggressività dei competitor locali”.

Essere un imprenditore in Cina

Per concludere la visione d’insieme dataci da Lorenzo Riccardi, gli abbiamo domandato quali fossero i principali pregiudizi da sfatare per l’imprenditore italiano che sbarca in Cina. “Operare in Asia significa confrontarsi con difficoltà culturali, linguistiche e strategiche. Queste devono essere gestite continuamente per ogni operazione e progetto ma tra i pregiudizi da sfatare vi è la considerazione di un’imprenditoria cinese non pronta ai mercati globali. Nell’esperienza, manager e investitori locali dimostrano invece capacità sofisticate nel negoziare e gestire transazioni e progetti di elevata complessità. Rallentamenti, variazioni nelle direzioni, complessità crescente nelle relazioni sono spesso il frutto di strategie puntuali con fini aziendali specifici”.

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