Con circa 400 milioni di utenti che nel 2015 hanno finalizzato un acquisto online, la Cina si conferma il primo mercato mondiale dell’e-commerce. Un primato destinato a consolidarsi ulteriormente nei prossimi anni: stando alle previsioni della Fondazione Italia Cina, entro il 2020 assisteremo a incrementi annui del 20%. Tanto che in soli 4 anni la quota di vendite online sul totale del retail dovrebbe passare dal 15 al 24%, con punte del 50% nella cosmetica e del 35% nell’abbigliamento. Un trend positivo che può aprire la porta a nuove opportunità per le aziende italiane considerato che i consumatori cinesi ricercano sempre più  prodotti di qualità “made in Italy” e il tasso di digitalizzazione della popolazione è molto alto: un cinese su due naviga, chatta e compie acquisti online. Investire nel mondo digital potrebbe essere la carta vincente dato che per incentivare la crescita dell’e-commerce, in Cina è prevista l’IVA ridotta all’11,9% per la maggior parte dei prodotti venduti online e le principali piattaforme di acquisto come TMall di Alibaba (foto in alto) e JD.com attuano rigide politiche contro la contraffazione dei prodotti.

Dalle indagini condotte dal Centro Studi per l’impresa della Fondazione Italia-Cina emerge che fino a oggi molti imprenditori italiani hanno visto con diffidenza il mondo digitale sempre per paura di essere copiati. Ma è vero il contrario: se un brand non è presente sul web e i suoi prodotti sono richiesti, al suo posto verranno offerti dei falsi. Per avere successo su un mercato altamente competitivo come quello cinese, le aziende devono però fare una pianificazione attenta, registrare il marchio, verificare le certificazioni per l’export, trovare un partner per la distribuzione locale e applicare la giusta strategia di comunicazione. Come sottolinea Mauro Comendulli, Asian Digital Strategist di East Media, “i consumatori cinesi sono diffidenti, prima di procedere a un acquisto si informano, fanno verifiche e confronti. Per un’azienda è quindi assolutamente fondamentale farsi trovare dove i possibili clienti andranno a cercare le informazioni, ovvero: sito web, social network e key opinion leader. Essere presenti solo su una piattaforma e-commerce non è sufficiente per ottenere risultati soddisfacenti: servono diversi punti di contatto con gli utenti”.

La prova che il mondo digitale abbia sempre più rilevanza in Cina arriva anche dall’esperienza dei brand di lusso. Storicamente poco inclini verso l’e-commerce, molte aziende stanno rivedendo le proprie strategie di vendita e rafforzando il posizionamento della propria immagine sui canali digitali con un ampio utilizzo dei social network come Weibo e WeChat (leggi qui l’articolo). Per approfondire tutti gli aspetti legati alla comunicazione in Cina e conoscere i diversi canali digitali (motori di ricerca e social network)  potete leggere e scaricare (gratis in formato PDF) l’estratto “Il boom del settore digitale” del Rapporto Annuale “La Cina nel 2016” della Fondazione Italia Cina e per restare sempre aggiornati sulle ultime novità vi invitiamo a iscrivervi alla nostra NEWSLETTER.

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